UN'ULTIMA FRASE {2012}

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GENNAIO

« My heart is cryin', cryin'. »

le parole della sua canzone “Lonely Tear Drops prima dell'attacco

 cardiaco che la mandò in coma profondo; Cherry Hill, 29.09.1975

Jack Leroy Wilson, Jr. cantante

(Mister Excitement, The Black Elvis)

A. Detroit, 09.06.1934

Ω. Mount Holly ¦Burlington County Memorial Hospital¦ [New Jersey], 21.01.1984

 complicazioni dopo nove anni di SVP da anossia  link

FEBBRAIO

« Dio mi perdonerà. È il suo mestiere. »

risposta data al prete che l'assisteva

Christian Johann Heinrich Heine poeta

A. Düsseldorf, 11.07.1767 11:00

Ω. Parigi, 17.02.1856

 saturnismo

MARZO

« Le gambe non le sento più. Adesso voglio dormire. »

Carmelo Pompilio Realino Antonio Bene

attore, regista, drammaturgo, scrittore e poeta

A. Campi Salentina (Lecce). 01.09.1937

Ω. Roma ¦via Aventina¦, 16.03.2002 21:10

 tumore all'intestino {diagnosticato tre mesi prima} 

APRILE

« Bada, Mariù! bada, Mariù! »

alla sorella Maria che l'assisteva durante l'agonia; sera del 4 Aprile

  GIOVANNI AGOSTINO PLACIDO PASCOLI

poeta ed insegnante

A. San Mauro di Romagna ¦oggi museo casa Pascoli¦ (allora Legazione pontificia di Forlì), 31.12.1855 03:30

Ω. Bologna ¦via dell'Osservanza n. 4¦, 03.04.1912 15:05

 cirrosi epatica da alcolismo [leggi qui]  link

« Arrivederci ragazzi, io seguirò la mia nave. »

probabile frase rivolta agli ufficiali di bordo poco prima dell'affondamento

EDWARD JOHN SMITH (E. J. Smith) comandante navale

A. Hanley ¦51 Well Street¦ – Stoke on Trent [Inghilterra], 27.01.1850 17:10

Ω. oceano Atlantico ¦41°44’ nord, 49°57’ ovest¦, 15.04.1912 02:20?

  annegamento?/assideramento?  link

Edward J. Smith iniziò a lavorare per la compagnia navale White Star Line nel Marzo 1880 come quarto ufficiale sul Celtic. Il viaggio inaugurale delTitanic (Southampton Cherbourg Queenstown New York, 10-17 Aprile 1912) era il suo ultimo impegno da comandante. Al momento dell'impatto con l'iceberg, alle 23:40 circa del 14 Aprile, riposava nella sua cabina, dietro la plancia. Ai comandi c'era il primo ufficiale William Murdoch. Alle 00:25 del 15 E. J. Smith diede l'ordine di far salire sulle scialuppe prima le donne ed i bambini. Alle 02:05 l'ultima scialuppa poté essere calata; per circa 1500 persone restavano solo i due canotti pieghevoli A e B (posti sopra gli alloggi degli ufficiali). Alle 02:10 il mare irruppe sul ponte; alle 02:15 gli uomini dell'equipaggio decisero di gettare i canotti in mare, non potendo più calarli: l'A cadde diritto, ma il B invece capovolto. Alle 02:17 fu lanciato l'ultimo messaggio telegrafico, poi mancò la corrente al trasmettitore. Proprio in quegli attimi, il capitano venne sicuramente scorto sul ponte di comando con il megafono in mano. Alle 02:18 si spensero tutte le luci elettriche. Il terzo fumaiolo si staccò per l'inclinazione della nave. L'immensa massa di metallo cadde sui naufraghi e scagliò il canotto B a 30 metri di distanza. Alle 02:19 il transatlantico si spezzò: la prua colò a picco ed il rimanente pezzo di poppa continuò a galleggiare. Centinaia di persone vi si aggrappavano disperatamente. Il moncone rimase verticale per qualche minuto e poi affondò lasciandosi dietro una coltre di vapore: erano le 02:20. Come oltre 1500 persone, E. J. Smith perì nel disastro; aveva 62 anni. Anche se non fosse annegato, la temperatura glaciale dell'acqua (2 °C) l'avrebbe ucciso per ipotermia in meno di dieci minuti. Alle 4 il transatlantico Carpathia, arrivò sul luogo; aveva cambiato rotta circa tre ore e mezzo prima e percorso 107 km. Le scialuppe avvistarono il piroscafo e si avvinarono. Gli ultimi a salire a bordo furono verso le 08:30 il gruppo di Charles Lightoller, Archibald Gracie e pochi altri; erano rimasti in piedi, per cinque ore, sul canotto B rovesciato... Il capitano, Arthur Rostron, per scrupolo volle andare sul luogo dell'affondamento. Alle 08:50 non c'era alcun supersite: solo sedie, cuscini, salvagente, le scialuppe abbandonate, qualche salma... Dalle 22:30 della sera precedente il Californian era a non più di 20 miglia nautiche dal luogo dell'affondamento. L'unico telegrafista era andato a dormire; gli ufficiali di bordo — pur vedendo i razzi lanciati da quel piroscafo lontano — non fecero nulla. Uno di loro chiese il da farsi al capitano che dormiva sottocoperta; l'unica risposta fu di continuare a guardare! Solo alle 6 il Californian, appresa la notizia dell'affondamento, si diresse sul posto. Il Carpathia, con a bordo i 705 superstiti, si diresse a New York dove arrivò il 18 Aprile. La White Star Line affittò, e predispose, varie navi per il recupero dei corpi; la prima fu la Mackay-Bennett che partì da Halifax il 17 Aprile con a bordo cento bare, ghiaccio, materiale per la conservazione delle salme e tonnellate di tubolari in ferro. L'operazioni di recupero iniziarono il 20 Aprile e andarono avanti per circa una settimana; le bare furono riservate ai passeggeri di prima classe, invece quelli di seconda erano messi nel ghiaccio. Gli altri, eccetto i membri dell'equipaggio, erano piombati con i tubi di ferro e sepolti in mare. Furono 306 i corpi recuperati, di cui 218 riportati a terra. Il 26 subentrò un'altra nave posacavi, affittata ed adattata dalla compagnia inglese: la Minia. Fino al 3 Maggio furono trovate 15 salme ed una sepolta in mare. Il 13 Maggio l'Oceanic, quindi una nave della White Line Star, trovò il battello pieghevole A con tre corpi. Era a 300 km dal luogo dell'affondamento. Da allora non furono più recuperati altri corpi anche se le ricerche andarono acanti fino all'8 Giugno. In totale saranno recuperate circa 334 salme (il 23% di chi era morto nel naufragio). Quarantadue di queste, non identificate o reclamate, vennero sepolte nei cimiteri di Halifax nella Nuova Scozia. Per centoquindici salme identificate ci fu la sepoltura in terra canadese, mentre cinquantanove furono sepolte a casa loro. Le spoglie mortali di Edward John Smith, se recuperate, non vennero mai identificate. Quindi non si può sapere se il capitano era/è fra gli inumati ad Halifax oppure i 119 sepolti in mare o anche i circa 1177 mai recuperati. Nemmeno il corpo di William McMaster Murdoch, se recuperato, fu mai identificato.

« Vai tranquilla, presti ci rivedremo. »

alla moglie

SEBASTIANO DEL CARLO

A. Capannori (Lucca), 11.03.1883

Ω. oceano Atlantico ¦41°44’ nord, 49°57’ ovest¦, 15.04.1912

  annegamento?/assideramento?  link

Sebastiano Del Carlo partì per l'America a 18 anni; si sistemò: dipendente statale in California. Così ebbe modo di tornare in Italia per cinque volte in dieci anni. Ad inizio 1912 tornò in Italia per incontrare dal vivo la sua amata Argene/Argenia Genovesi che abitava sul lato opposto della strada. La festa di fidanzamento si tenne il 20 Gennaio quando i due poterono finalmente vedersi. Si sposarono il mese dopo a Montecarlo e poi l'allora 25enne signora Del Carlo rimase incinta. Improvvisamente arrivò un dispaccio dalla California: Sebastiano doveva tornare in California. Così prima cercò due posti sulla rotta Genova-New York, ma niente; infine nell'agenzia di viaggi a Lucca trovò due posti in seconda classe sulTitanic. Alle 23:40 del 14 Aprile un iceberg sfregiò il piroscafo poco sotto la linea di galleggiamento provocando una falla lunga quasi cento metri che ne avrebbe provocato il sicuro affondamento in qualche ora. L'ordine di lasciare la nave fu dato dal capitano dopo la mezzanotte; la prima scialuppa fu calata alle 00:25. Sebastiano era in cabina con la moglie, ma verso l'una era andato a vedere cosa stava succedendo. Ritornò subito dopo ed i due salirono sul ponte superiore dove la gente scappava, urlava e s'accalcava vicino alle scialuppe. Sebastiano prese in collo Argene, la strinse a sé e poi la lasciò andare sulla scialuppa 11; erano le 01:35. Mezzora dopo l'ultima scialuppa fu calata in mare; per circa 1500 persone restavano solo i due canotti pieghevoli A e B (posti sopra gli alloggi degli ufficiali). Alle 02:10 il mare irruppe sul ponte; alle 02:15 gli uomini dell'equipaggio decisero di gettare i canotti in mare, non potendo più calarli: l'A cadde diritto, ma il B invece capovolto. Alle 02:16 iniziò l'ultima fase dell'affondamento: la prora s'alzava in verticale. Alle 02:18 il terzo fumaiolo si staccò per l'estrema inclinazione. L'immensa massa di metallo cadde in mare e scagliò il canotto B a 30 metri di distanza. Subito dopo ilTitanic si spezzò: la prua colò a picco e il rimanente pezzo di poppa continuò a galleggiare. Alle 02:19 centinaia di persone erano disperatamente al moncone; questi rimase in posizione verticale per un minuto, poi affondò lasciandosi dietro una coltre di vapore: erano le 02:20. Il battello A — rispetto al B — era più vicino a dove centinaia di persone si dibattevano nell'acqua gelida (si stima che la temperatura fosse di 2 °C). Solo in pochi lo raggiunsero e ci salirono: alla fine erano in 24. Invece sulla chiglia del B, agli ordini di Lightoller, c'erano una trentina di naufraghi. Alle 4 il transatlantico Carpathia, arrivò sul luogo; aveva cambiato rotta circa tre ore e mezzo prima e percorso 107 km. Le scialuppe s'accordarono ed i naufraghi furono fatti salire a bordo nel corso delle ore successive. Gli ultimi a salire a bordo, secondo ufficiale Charles Lightoller e pochi altri, lo fecero alle 08:30. Il capitano, Arthur Rostron, per scrupolo volle andare sul luogo dell'affondamento. Alle 08:50 non c'era alcun supersite: solo sedie, cuscini, salvagente, le scialuppe abbandonate, qualche salma. Sebastiano Del Carlo non era nella lista delle persone scampate al naufragio. Il Carpathia, con a bordo i 705 superstiti, si diresse a New York dove arrivò il 18 Aprile. Argene fu ospitata in un convento di suore a New York. Intanto la nave Mackay-Bennett aveva recuperato il cadavere di Sebastiano Del Carlo: era il 295°. Il 30 Aprile la salma fu portata a Boston. Argene vedova Del Carlo partì sul Cretic, con a bordo la bara del marito, il 18 Maggio. Salvata Del Carlo nacque il successivo 14 Novembre. Argene si risposò nel 1925 ed ebbe un'altra figlia, Neva. Morì ad Altopascio l'8 Ottobre 1970 all'età di 82 anni. Fu sepolta insieme al marito nel cimitero comunale di Altopascio ¦fonte¦. Salvata Del Carlo si sposò ed ebbe un figlio; ha vissuto ad Altopascio con i parenti fino al 31 Ottobre 2008, quando si spense a 96 anni. È sepolta nel cimitero di Badia Pozzoliveri con suo padre.

« Passate voi per prima. Avete dei bambini che vi aspettano, a casa. »

alla signora Brown prima di salire sull'ultima scialuppa

EDITH CORSE EVANS

A. New York, 21.09.1875

Ω. oceano Atlantico ¦41°44’ nord, 49°57’ ovest¦, 15.04.1912

  annegamento?/assideramento?  link

Edith Evans si imbarcò sulTitanic nel tardo pomeriggio del 10 Aprile 1912 dal porto di Cherbourg in Normandia, seconda sosta nel viaggio inaugurale da Southampton a New York. Il transatlantico salpò da Cherbourg alle 20:10 per dirigersi verso l'ultima sosta, Queenstown in Irlanda, raggiunta alle 11:40 dell'11 Aprile. Edith alloggiò con due zie nella cabina A29. Alle 23:40 del 14 Aprile un iceberg sfregiò il piroscafo poco sotto la linea di galleggiamento provocando una falla lunga quasi cento metri che ne avrebbe provocato il sicuro affondamento in qualche ora. Alle 2 circa del 15 c'era solo una scialuppa (il D da 47 posti) che poteva essere ancora calata in mare con i paranchi. Infatti gli altri due canotti pieghevoli, l'A ed il B (posti sopra gli alloggi degli ufficiali) non potevano essere calati per l'inclinazione. Per l'ultima volta, il secondo ufficiale Charles Lightoller formò un "anello" di protezione intorno ad una scialuppa; circa 1500 persone si accalcavano intorno. Intanto Archibald Gracie era riuscito a portare la signorina Evans e la signora Brown sul ponte vicino alla lancia pieghevole D. Alle due donne fu concesso di passare, naturalmente Gracie insieme agli altri uomini rimase fuori. Edith decise far passare avanti la signora Brown e l'aiutò a scavalcare il parapetto. Lightoller senza indugiare ordinò di calare la scialuppa: Carolina Brown fu così la ventunesima ed ultima occupante del canotto D, che alle 02:05 toccò la superficie piatta dell'oceano. I passeggeri della terza classe e i macchinisti poterono salire sul ponte solo in quel momento. Alle 02:10 il mare irruppe sul ponte. Alle 02:15 gli uomini dell'equipaggio rimasti misero il canotto A a mare diritto, ma quello B cadde capovolto. Alle 02:16 iniziò l'ultima fase dell'affondamento: la prora s'alzava in verticale. Alle 02:18 il terzo fumaiolo si staccò per l'estrema inclinazione. L'immensa massa di metallo cadde in mare e scagliò il canotto B a 30 metri di distanza. Subito dopo ilTitanic si spezzò: la prua colò a picco e il rimanente pezzo di poppa continuò a galleggiare. Alle 02:19 centinaia di persone erano disperatamente al moncone; questi rimase in posizione verticale per un minuto, poi affondò lasciandosi dietro una coltre di vapore: erano le 02:20. Il battello A — rispetto al B — era più vicino a dove centinaia di persone si dibattevano nell'acqua gelida (si stima che la temperatura fosse di 2 °C). Solo in pochi lo raggiunsero e ci salirono: alla fine erano in 24. Invece sulla chiglia del B, agli ordini di Lightoller, c'erano una trentina di naufraghi fra cui Gracie. Solo la bravura del secondo ufficiale impedì che affondassero tutti; per ore e ore furono costretti a spostare il peso da sinistra a destra e viceversa. Quasi nessuna delle diciotto scialuppe a largo tornò indietro; solo la numero 14 guidata da Lowe — che prima trasbordò tutti sulla scialuppa 10 — arrivò sul luogo dell'affondamento alle 3 passate. Ma ormai erano quasi tutti morti per ipotermia: al massimo un essere umano può resistere dieci minuti in mare poco sopra lo zero. Lowe riuscì a recuperare solo quattro uomini, uno di questi morì un'ora dopo. Alle 4 il transatlantico Carpathia, arrivò sul luogo; aveva cambiato rotta circa tre ore e mezzo prima e percorso 107 km. Quando erano ormai allo stremo, le quindici persone sulla chiglia del canotto B [vedi elenco] videro delle scialuppe. Ma da circa ottocento metri non potevano farsi sentire; così Lightoller tirò fuori il suo fischietto da ufficiale e si fece avvistare. Alle 07:30 Lightoller e gli altri lasciarono il canotto e si trasferirono su due scialuppe. Charles Lightoller, Archibald Gracie e pochi altri misero piede sul ponte del Carpathia alle 08:30. Il capitano, Arthur Rostron, per scrupolo volle andare sul luogo dell'affondamento. Alle 08:50 non c'era alcun supersite: solo sedie, cuscini, salvagente, le scialuppe abbandonate, qualche salma... Il Carpathia, con a bordo i 705 superstiti, si diresse a New York dove arrivò il 18 Aprile. Le ricerche dei corpi andarono avanti fino all'8 Giugno; ne furono recuperati 335 (di cui 304 dal Mackay-Bennett e 15 dal Minia). Quarantadue di questi, non identificati o reclamati, vennero sepolti nei cimiteri di Halifax nella Nuova Scozia. Per centoquindici salme identificate ci fu la sepoltura in terra canadese, mentre cinquantanove furono sepolte a casa loro. Infine centodiciannove corpi — identificati e non — furono sepolti in mare. Non si può sapere se il corpo della signorina Edith Evans era/è fra gli inumati ad Halifax oppure fra i 119 sepolti in mare o i circa 1177 mai recuperati. Le zie di Edith si salvarono perché trovarono posto sulle scialuppe. Archibald Gracie morì nella sua casa di New York il 4 Dicembre 1912 all'età di quasi 54 anni per una pleurite. Il Californian fu silurato da un sommergibile tedesco l'11 Novembre 1915. La nave era sulla rotta Salonicco-Marsiglia. L'attacco avvenne a largo di Capo Matapan sulla costa greca. Nell'affondamento perì un uomo dell'equipaggio, il piroscafo era stato varato il 23 Gennaio 1902. Il Carpathia fu silurata da un sommergibile tedesco la mattina del 17 Luglio 1918 mentre era sulla rotta da Liverpool verso Boston. Il terzo e fatale siluro la colpì allo scafo uccidendo cinque uomini dell'equipaggio. La nave affondò alle 00:40 del giorno dopo ai 49,28° nord e 19,46° ovest. I 223 uomini dell'equipaggio e i 57 passeggeri furono trasbordati su una nave da guerra e riportati a Liverpool. Il Carpathia era stato varato il 5 Maggio 1903. Carolina Brown spirò il 28 Giugno 1928; aveva quasi 76 anni. Charles Lightoller morì a Twickenham, contea di Middlesex (Inghilterra), l'8 Dicembre 1952 all'età di 78 anni.

MAGGIO

« Ma il Perdonatore mi avrà perdonato ogni cosa? »

a chi gli stava intorno nell'ultimi giorni

  Alessandro Francesco Tommaso Manzoni

scrittore, poeta e drammaturgo, senatore {dal 18.02.1861}

A. Milano ¦allora via di San Damiano; oggi via visconti di Modrone n. 16¦, 07.03.1785

Ω. Milano ¦oggi casa del Manzoni¦, 22.05.1783

 pachimeningite da ESD cronico conseguente ad un trauma sibito il 6 Gennaio [leggi qui]  RIP link

GIUGNO

Hyperboloids of wondrous Light

Rolling for aye through Space and Time

Harbour those Waves which somehow Might

Play out God's holy pantomime

 ¦Iperboli di meravigliosa luce

Roteano nel tempo, nello spazio infinito

E accolgono le onde che possono a volte

Inscenare la sacra rappresentazione di Dio¦

cartolina all'amico e allievo Robin Gandy; 06.1954 – leggi qui

Alan Mathison Turing (AMT)

matematico, logico e critto-analista

A. Paddington ¦clinica privata in Warrington Crescent¦—Londra, 23.06.1912 02:15

Ω. Wilmslow – Manchester, 07.06.1954

 suicidio, avvelenamento da cianuro ingerito con un una mela [leggi qui]  link

LUGLIO

Le SS vogliono che uccida i bambini con le mie mani. Non c'è altra via d'uscita: devo morire.

ultima pagina del suo diario; 23.07.1942

Adam Czerniaków

ingegnere, presidente del Judenrät del ghetto di Varsavia {dal 04.10.1939} 

A. Varsavia, 30.11.1880

Ω. Varsavia ¦Ghetto; ufficio al 26-28 di via Grzybowska¦, 23.07.1942 15

 suicidio con capsula di cianuro [leggi qui]  link

AGOSTO

« No, vado con i bambini »

a chi gli offrì di salvarsi; stazione di Varsavia, 05.08.1942

Henryk Goldszmit (Janusz Korczak)

scrittore-saggista, ufficiale medico, pediatra

direttore e fondatore della Dom Sierot/‘‘Casa degli orfani’’

 A. Varsavia [allora Impero russo], 22.07.1878

Ω. Treblinka ¦campo di sterminio¦, 05/06?.08.1942

 gassazione a Treblinka/arresto cardiaco durante il trasporto in treno [leggi qui]  link

SETTEMBRE

“ E non è certo questa la vita che vorrei. Voglio scappare.”

penultimo post nel suo blog; 23.09.2011

ANNA LISA RUSSO (‘Anna staccato Lisa’)

blogger /scrittrice

A. Pistoia ¦ospedale del Ceppo¦, 16.03.1978 15:10

Ω. Livorno ¦ACP¦, 04.10.2011 01:15

 carcinoma triplo-negativo mammario [leggi qui]  link

OTTOBRE

« Cosa ha adesso? » 

ultima registrazione di bordo

Henry John Deutschendorf Jr. (John Denver)

cantautore e musicista

 A. Roswell (contea di Chaves) [Nuovo Messico], 31.12.1943 15:55

Ω. oceano Pacifico ¦a largo di Monterey¦ [California], 12.10.1997 17:28

 incidente aereo con il suo Rutan Long-EZ [leggi qui]; impatto sulla superfice dell'oceano da 150 metri  link

NOVEMBRE

« Se un proiettile dovesse entrarmi nel cervello, lasciate che distrugga tutte le porte chiuse  » 

dal suo discorso alla stazione metro di Castro; 18.11.1978

Harvey Bernard Milk (‘il sindaco di Castro Street’)

militante del movimento di liberazione omosessuale,

fondatore della Castro Valley Association e della CSF

 ‘‘consigliere comunale’’ nella San Francisco Board of Supervisors

A. Woodmere (contea di Nassau) [New York], 22.05.1930 01:30

Ω. San Francisco ¦Municipio¦, 27.11.1978 mattina

 assassinio; tre colpi di pistola, uno al torace e due alla testa  link

DICEMBRE

« Perchè no? Dopotutto appartiene a lui. » 

al sacerdote che gli disse «Possa Dio avere pietà della tua anima»

{Sir dal 1975} Charles Spencer Chaplin

attore, regista, comico, sceneggiatore, compositore e produttore

A. Londra—Walworth ¦East Street Market¦, 16.04.1889

Ω. Corsier-sur-Vevey (Canton Vaud) [Svizzera], 25.12.1977

 morto nel sonno; cause naturali  link

 

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