UN'ULTIMA FRASE {2013}

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GENNAIO

« Non mi sparano per aver disertato l’esercito degli Stati Uniti… migliaia di ragazzi

l’hanno fatto. Mi sparano per il pane che ho rubato quando avevo 12 anni. »

ultima dichiarazione prima dell'esecuzione

Edward Donald Slovik

soldato della “28th Infantry Division”

{unico disertore dell'esercito fucilato}

A. Detroit, 18.02.1920

Ω. Sainte-Marie-aux-Mines (Alsazia), 31.01.1945 10:04

 condanna capitale; fucilazione da parte di un plotone  RIP link

FEBBRAIO

“ La donna è la perfezione …

incipit della poesia “Orlo”, scritta appena prima del suicidio

SYlVIA PLATH poetessa e scrittrice

A. Boston, 27.10.1932

Ω. Londra, 11.02.1963 notte

 suicidio [leggi qui]  link

MARZO

« Dzhh... »

a Pyotr Lozgachev; 22:30 del 1° Marzo

Ioseb Jughashvili in georgiano

IOSIF VISSARIONOVIČ DŽUGAŜVILI in russo

(dal 1912 Stalin, ‘‘acciaio’’) statista e dittatore

A. Gori ¦via Sobornaja 10¦ (Georgia) [allora Impero Russo], 21.12.1879? 08:16

Ω. Kuncevo ¦Dacha¦—Mosca, 05.03.1953 21:50

 emorragia cerebrale avvenuta alle 18:30 circa del 1° Marzo  RIP link

APRILE

« Sono contento di non aver starnutito. »

nell'ultimo discorso; Memphis, 03.04.1968

MICHAEL KING JUNIOR {alla nascita}

MARTIN LUTHER KING JUNIOR {dal 1934}

{sposato con tre figli}

pastore battista {premio Nobel 1964 per la pace} 

A. Atlanta ¦Auburn Avenue 501¦, 15.01.1929 11:20

Ω. Memphis ¦Loraine Hotel; oggi National Civil Rights Museum¦, 04.04.1968 19:01

 agguato di un sicario, ferita al collo con un colpo di un fucile Remington  link

MAGGIO

Ti saluto mio caro. Chissà se ci incontreremo ancora.

 Il sogno della mia vita, la resistenza armata degli ebrei, è ormai realizzato.”

ultima lettera all'amico Cuckierman

Mordechai Anielewicz (Aniołek, ‘‘piccolo angelo’’)

comandante della ŻOB {dal 11.1942}

A. Wyszków [Polonia], 1919

Ω. Varsavia ¦Ghetto • bunker-commando in via Miła 18¦, 08?.05.1943

 suicidio collettivo(?)/avvelenato per il gas pompato nel bunker dai nazisti  link

GIUGNO

« Guardate come può morire in pace un cristiano. »

al suo figliastro Thomas Tickell

joseph addison

politico, scrittore e drammaturgo

A. Milston – Amesbury (Wiltshire) [Inghilterra], 01.05.1672

Ω. LondraKensington ¦Holland House¦, 17.06.1719

 asma e idropisia, probabile edema polmonare  link

LUGLIO

« Se l'uccidono moriremo insieme. »

a Chinnici dopo che questi aveva avvertito la scorta; 27.07.1983, leggi

MARIO TRAPASSI {sposato, quattro figli}

maresciallo Cc, responsabile della sicurezza di R. Chinnici

A. Palermo, 08.12.1950

Ω. Palermo ¦via Federico Giuseppe Pipitone¦, 29.07.1983 08:10

 dilaniato dall'esplosione di un'autobomba

AGOSTO

“ Ho avuto una vita felice e ringrazio il Signore. Addio e che Dio vi benedica! 

scritta lasciata all'interno del ‘Magic bus’; 08.1992

Christopher Johnson McCandless (Alexander Supertramp)

A. El Segundo (contea di Los Angeles), 12.02.1968

Ω. Stampede Trail ¦Magic bus’¦parco nazionale del Denali [Alaska], 08.1992

 inedia, avvelenamento da funghi?  link

SETTEMBRE

« Estas son mis últimas palabras y tengo la certeza que por lo menos será

una lección moral que castigará la felonía, la cobardía y la traición. »

¦Queste sono le mie ultime parole e sono certo che il mio sacrificio non sarà invano, sono certo

che, almeno, sarà una lezione morale che castigherà la fellonia, la codardia e il tradimento!¦

ultimo discorso - trasmesso da Radio Magellanes; 11.09.1973, 10:10

Salvador Guillermo Allende Gossens

politico, presidente del Cile {dal 02.11.'70 all'11.09.'73}

A. Valparaíso [Cile], 26.06.1908 01:30

Ω. Santiago del Cile ¦Palacio de La Moneda¦, 11.09.1973 14:30

 suicidio per colpi di fucile (Ak-47?) alla testa [leggi qui]  RIP link

OTTOBRE

« La frana si muove, qui casca tutto! »

al telefono con il direttore della SADE Alberico Biadene; 09.10.1963, 22

Giancarlo Rittmeyer.  geometra, dipendente di Enel-SADE

A.Trieste?, 1933

Ω. Erto ¦diga del Vajont¦ (allora provincia di Belluno), 09.10.1963 22:39

 travolto da un'onda di fango, acqua e detriti

La costruzione della diga per creare un invaso artificiale nella valle del Vajont terminò il 30 Settembre 1959. Lo sbarramento venne costruito secondo il progetto “Grande Vajont”, a sua volta parte del cosiddetto sistema Piave-Boite-Maè-V (uno dei più grandi d'Europa). In pratica l'invaso davanti al paese di Longarone serviva come ‘banca dell'acqua’; cioè avrebbe garantito una costante alimentazione del flusso d'acqua per le vicine centrali idroelettriche, come quella di Soverzene. Dopo nemmeno un mese dal termine della costruzione la SADE avanzò domanda per invaso sperimentale, fino a quota 600 metri s.l.m. L'autorizzazione arrivò il 9 Febbraio 1960 per 595 metri; ma già da una settimana la SADE stava immettendo acqua... A Marzo, quando il livello del bacino era a quota 590, nella parete settentrionale del monte Toc si verificò il crollo di una piccola porzione vicino alla sua base occidentale. Il 10 Maggio 1960 la SADE chiese d'innalzare il livello a quota 660 senza procedere prima con lo svaso; la relativa concessione venne data dopo un mese. A fine Ottobre [invaso a 645 m. sul livello del mare] i movimenti della frana arrivarono fino a 3 cm al giorno! Il 4 Novembre 1960 una frana da 700mila metri³ di terra e roccia finì nel bacino sottostante ¦foto¦; l'ondata conseguente superò la diga senza fare danni. Da allora s'iniziò a notare sul Toc, nel versante sinistro della valle, una fessura lunga 2.500 metri, a forma di M. Fra Gennaio e Settembre 1961 fu scavata una galleria che riuscisse a superare la zona "pericolante" sul fianco sinistro del Vajont. L'imbocco era a quota 617,4 m. presso Mulino delle Spesse e lo sbocco a ridosso della diga [600,7]. Ovviamente il livello dell'acqua per tutta la durata dei lavori rimase sotto quel livello. Il 19 Ottobre la SADE riprese, senza attendere l'autorizzazione, a rimettere acqua nell'invaso. Il 31 Ottobre 1961 morì Carlo Semenza e così l'ingegnere Alberico Biadene lo sostituì alla guida della SADE. Il 16 Novembre arrivò l'autorizzazione alla ripresa dell’invaso, ma a precise condizioni: fino a quota 640, incrementi non superiori al metro al giorno e obbligo di rapporti quindicinali sullo stato della diga e delle sponde. Il 31 Gennaio 1962 la SADE, per la terza volta, chiese di portare il livello dell'invaso a quota 680; una settimana dopo l'ufficio Servizio dighe quasi l'accontentò: 675 metri s.l.m. Ma alla società elettrica veneziana non bastava: il 3 Marzo chiese di raggiungere quota 700! L'autorizzazione arrivò il successivo 8 Giugno... Sei giorni dopo l'approvazione della legge 06·12·1962 n. 1643 fu costituita l'Enel; così l’attività della SADE — per quanto riguardava produzione, importazione, esportazione, trasporto, trasformazione, distribuzione e vendita dell’energia elettrica — passò alla neo-costituito ente energetico nazionale. Il 20 Marzo 1963 l'Enel-SADE chiese un ulteriore innalzamento: 715 metri (15 oltre la quota di sicurezza indicata dalla relazione Ghetti). Dopo dieci giorni l'ufficio Servizio dighe autorizzò l'ennesimo aumento senza nemmeno il parere della Commissione di collaudo... Il bacino del Vajont venne preso in consegna dall'Enel il 27 Luglio; da quel giorno sarà ufficialmente in servizio. Il 1° Settembre la quota dell'acqua raggiunse quota 709,40 metri. Il 2 tutti i capisaldi sul versante subirono un continuo aumento di velocità: 6,5 mm. Il 4 il bacino arrivò al massimo livello a quota 710. Il 15 i capisaldi si mossero di 12 mm; la fessurazione si accentuò, come l'inclinazione degli alberi e l'avvallamenti nella strada di circonvallazione. Il 18 si ritrovarono Biadene, Pancini, due consulenti e tecnici sulla diga; il direttore voleva arrivare a quota 715! Ma dovette rinunciare; comunque sia, se la situazione fosse peggiorata avrebbe autorizzato lo svaso. Cvd, il 26 Settembre Biadene si decise per diminuire il livello; intanto i capisaldi si erano mossi di 22 mm. Il 1° Ottobre Pancini partì per le vacanze in America; l'ingegnere che lo sostituì al cantiere, Beniamino Caruso, non ricevette alcuna consegna. Intanto la SADE sulla sponda destra dell'invaso aveva fatto installare potenti fotoelettriche per controllare anche di notte gli spostamenti della frana. Il giorno 2 Caruso accertò che i capisaldi si erano mossi di 40 mm; si rivolse al Genio civile solo dopo un paio di giorni. Domenica 6 la strada che costeggiava il lago a sinistra risultò essere quasi impraticabile per le crepe nel manto stradale. Lunedì 7 Caruso tornò alla diga ed avvertì Biadene del peggioramento della situazione; il Genio civile dispose un sopralluogo dell'assistente governativo. Alcuni operai trovarono in una zona boscosa del lato sinistro del monte Toc due fessure larghe un metro e lunghe circa dieci. Nella giornata se ne aprirono altre, dalle viscere del monte si sentivano crepitii. Il geometra Giancarlo Rittmeyer, che dal giorno 10 avrebbe iniziato il lavoro nella sede di Venezia, venne richiamato dalle ferie. La mattina di martedì 8 Caruso e Biadene andarono alla diga; la situazione era sempre più preoccupante. Caruso chiese all'assistente governativo Bertolissi di <<non spargere voci allarmistiche>>. A mezzogiorno Biadene telefonò alla sede veneziana dell'Enel-SADE per far inviare un telegramma al sindaco di Erto-Casso; questi doveva emettere un'ordinanza di sgombero della zona del Toc e imporre il divieto d’accesso alle sponde del bacino ed il divieto di transito delle strade nella sponda sinistra del Vajont. L'ordinanza fu sì emessa, ma non subito eseguita... Alle 15:30 Bertolissi arrivò alla diga per poi scrivere un rapporto dove aspettava istruzioni dal “Servizio dighe”. Intanto Biadene telefonò alla sede romana dell'Enel-SADE chiedendo un nuovo sopralluogo della Commissione di collaudo. I carabinieri fecero sgomberare alcuni abitati sotto quota 730. La mattina del 9 il canale di scarico dell'invaso fu ostruito; a mezzogiorno, durante la pausa pranzo, alcuni operai dell'Enel videro ad occhio nudo il movimento della montagna. All'una, dietro le baracche degli operai sulla sponda sinistra, si aprì una crepa larga 50 centimetri e lunga 5 metri. Nel pomeriggio il rapporto di Bertolissi venne spedito a Roma per posta ordinaria; arriverà dopo tre giorni... Alle 16 la crepa dietro le baracche degli operai si era allargata di un altro mezzo metro. Intanto un operaio attraversando una zona ad una quota superiore alla strada vide gli alberi cadere e sollevare con le radici grandi zolle di terra. Alle 17 Caruso ricevette da Venezia la direttiva di avvertire i Carabinieri per disporre il blocco del traffico stradale nella zona di pericolo. Biadene dopo aver scritto a Pancini una lettera in cui gli chiedeva di tornare telefonò a Roma; gli rispose il geologo Francesco Penta della Commissione di collaudo che lo riassicurò (<<non medicarci la testa prima di essercela rotta>>). Alle 20 i camion non potevano più transitare sulla riva sinistra; la strada venne sbarrata dai tecnici della SADE. Intanto Caruso incontrò il maresciallo dei carabinieri di Belluno in un caffè del capoluogo veneto: la statale di Alemagna, prima e dopo Longarone, andava chiusa. L'ordine fu dato via telefono alla caserma di Cortina e poi comunicato al maresciallo di Longarone, Guido Papa; questi inviò due carabinieri sul posto. Dalle 21:55 in Eurovisione, sul secondo canale, veniva trasmessa Real Madrid–Rangers Glasgow; così nei bar della cittadina affluirono molte persone dei paesi vicini. Era la gara di ritorno del primo turno di Coppa Campioni; all'andata gli spagnoli avevano vinto 1-0. Come spesso accadeva a quei tempi si trattava di una "finta diretta", cioè era trasmessa in differita di almeno un'ora e mezzo. La gara, in programma alle 20:30 di Madrid, sarebbe quindi finita alle 22:15 a meno di (improbabili) tempi supplementari... Cvd, già al 4' Puskas portò in vantaggio i locali; per la cronaca terminerà 6-0 [vedi tabellini di tutte le gare di quell'edizione di Coppa Campioni]. La maggior parte dei tecnici della SADE che smontarono dal turno di lavoro alla diga non tornò a casa, ma preferì vedere la partita. Rittmeyer — grazie alla grande fotocellula posta sulla terrazza della sala comando — poteva vedere gli alberi che si muovevano a vista d'occhio sulla fenditura! Così fece sgomberare la frazione di Spesse di Erto che poteva essere travolta anche da un'onda di 20 metri (l'altezza massima garantita dagli esperti della SADE). Inoltre preferì non mobilitare i venti operai della ditta Monti che dormivano nei rifugi più in alto. Ciò che fece fu il massimo che gli consentiva la sua mansione di guardiano della diga. Alle ore 22 Rittmeyer, vedendo che la frana si muoveva a vista d'occhio, telefonò ad Alberico Biadene. Il direttore della SADE si trovava a Venezia, questi cercò di tranquillizzarlo; nel frattempo la centralinista di Longarone s'intromise nella comunicazione chiedendo se ci fosse pericolo. Gli fu risposto che poteva stare tranquilla... Alle 22:39 una frana di milioni di metri cubi cadde nell'invaso generando così due onde: una andò verso gli abitati di Erto e Casso, l'altra investì la cabina dei comandi, dove si trovava Rittmeyer; di questa struttura rimarrà soltanto un pezzo di pavimento [vedi qui]. La furia di questa barriera d'acqua fu così imponente da generare, nella stretta valle del torrente Vajont, uno spostamento d'aria micidiale: Longarone fu prima rasa al suolo e poi sommersa! Solo un paio di giorni dopo il disastro, due alpinisti degli “Scoiattoli” di Cortina riuscirono a calarsi nel vano distrutto e svuotato dell'ascensore superiore. Cinquanta metri più sotto c'era/c'è la camera di manovra dello scarico di alleggerimento [vedi qui e qua]; questa fungeva anche da rifugio di emergenza. L'ambiente, teoricamente a tenuta stagna, risultò vuoto; la porta blindata era aperta... Il corpo del geometra fu rivenuto cinque mesi dopo, 30 km più a valle sul greto del Piave. Invece nemmeno un resto dei 54 operai di servizio quella notte venne ritrovato [leggi qui]. Anche la caserma dei carabinieri di Longarone fu spazzata via; perirono così il comandante, un vice brigadiere ed un milite (più i loro familiari). Si salvarono solo i due carabinieri che erano in perlustrazione intorno al bacino.

NOVEMBRE

« Sto morendo. Per favore, uno stuzzicadenti. »

ALFRED JARRY drammaturgo, scrittore, poeta

A. Laval (Mayenne) [Francia], 08.09.1873

Ω. Parigi, 01.11.1907

 meningite tubercolare, denutrizione, abuso di alcool e assenzio  link

DICEMBRE

« Ma non riuscite ancora a trovarla? »

agli "addetti" che cercavano di trovargli una vena; San Quintino, 13.12.2005

Stanley Tookie Williams III (Tookie)

attivista, scrittore, cofondatore dei Crips

A. New Orleans ¦Charity Hospital¦ [Louisiana], 29.12.1953

Ω. San Quintino ¦SQ¦ - San Rafael (contea di Marin) [California], 13.12.2005 00:35

 condanna capitale; iniezione letale  link

 

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